1475-2025: CINQUECENTOCINQUANTA ANNI DALLA NASCITA DI MICHELANGELO
Per festeggiare l'anniversario la casa editrice Priuli & Verlucca (Scarmagno, Torino) in collaborazione con Sanpaolo Patrimonio ha pubblicato a inizio 2024 Michelangelo. Il Gigante. Autore del lussuoso volume è Fabio Scaletti.
"Da considerare una pietra miliare negli studi michelangioleschi" (dalla prefazione di Claudio Strinati).
Per ulteriori dettagli vedi la voce Pubblicazioni - Arte.
Nella veste di autore di gialli, presso Delos Digital è appena uscito il sesto titolo della serie, Fabio Scaletti è stato intervistato da Alfonso Zera.
Ecco il link dell'intervista integrale:
Ha appena chiuso i battenti la mostra di Ariccia, dove, nelle sale di Palazzo Chigi, è stato per tre mesi esposto al pubblico un quadro molto noto agli studiosi del Caravaggio, la cosiddetta versione ex Sannini della Presa di Cristo nell’orto (nella foto, prima del restauro, con cornice originale), dal 2003 nella raccolta romana di Mario Bigetti, che la acquistò dalla collezione Ruffo di Calabria (nel 1943, al tempo del ritrovamento, ubicata a Firenze e rappresentata dell’avvocato Sannini, da cui appunto la denominazione tradizionale). In questo articolo non ci occuperemo in dettaglio della storia dell’opera, del suo stile, della sua iconografia, delle analisi tecniche a cui è stata sottoposta e del suo rapporto con l’esemplare scoperto nel 1993 e conservato alla National Gallery of Ireland di Dublino, che gran parte della critica, sottoscritto compreso, considera originale, tutti aspetti ampiamente ed approfonditamente soppesati nel munito catalogo curato da Francesco Petrucci, a cui si rimanda (e nel quale si trovano i riferimenti alla nutrita letteratura esistente[1]), limitandoci ad alcune concise riflessioni di carattere generale, anche se con inevitabili risvolti – di cui si è coscienti e scaturiti da un punto di vista sempre personale – sulla questione della sua autografia (originale, replica o copia?), il tutto nell’ambito del mio lavoro di catalogazione delle opere del Caravaggio in base agli studi specialistici[2].
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(L'articolo prosegue nella sezione "Blog").
L'articolo è stato pubblicato contemporaneamente sulla rivista "Aboutartonline" (vedi link sottostante) e in seguito rilanciato da Google Notizie.
https://www.aboutartonline.com/caravaggio-piu-si-che-no-riflessioni-di-un-caravaggista-sulla-presa-di-cristo-dopo-la-mostra-ad-ariccia/
Il 2023, l’anno del cinquantenario della morte di Picasso, volge al termine e credo opportuno celebrarlo con una scoperta che avrei reso pubblica all’inizio dell’annata commemorativa se motivi legati alla proprietà non mi avessero suggerito di procrastinare la notizia.
Si tratta del rinvenimento di un dipinto del maestro spagnolo – finora inedito e visto solo da poche persone addette ai lavori – che ho avuto modo di conoscere in una collezione privata collateralmente alla mia attività di studioso di arte antica. Consapevole che l’attribuzione a un nome così altisonante è materia da specialisti di arte moderna e soprattutto dell’artista, e che in particolare, nel caso di Picasso, ci si può avvalere anche del parere di una fondazione di famiglia dedicata al compito, avrei soprasseduto e tenuto in archivio le informazioni, rinunciando alle prerogative di studioso d’arte o almeno derogando dai doveri di cronaca e lasciando che la critica picassiana facesse in futuro ed eventualmente il suo corso (ma forse lo farà dopo questa presentazione, che naturalmente non può avere che lo status di una proposta agli esperti), se il quadro in questione non si fosse, come dire, raccomandato da sé, nel senso che la sua autografia non è basata su confronti stilistici, sulla provenienza e sulle analisi scientifiche, fattori peraltro presenti (e li vedremo brevemente), ma sulla circostanza che il dipinto è… firmato due volte dall’autore, cioè proprio Picasso! Una prima volta nel 1903, quando è stato eseguito, e una seconda volta nel 1970, quando il proprietario del tempo ha richiesto al maestro una conferma a scanso di equivoci, visti gli stratosferici valori che le opere picassiane avevano (e hanno) raggiunto, con il conseguente problema delle attribuzioni incerte o controverse.
Il dipinto è la Maternità con brocca rossa (titolo originale: Maternité au cruche rouge, olio su tela, fissata su cartone rigido, cm 74 x 52, Zurigo, collezione privata), lavoro del cosiddetto periodo blu, realizzato (probabilmente a Barcellona) nel 1903 da Picasso, che appunto lo datò e firmò in basso a sinistra. Ma ovviamente una firma può essere contraffatta (il che potrebbe essere accertato con una perizia calligrafica) e potrebbe trattarsi di un falso. Ma come detto vi è apposta una seconda data autografa (“10-2-1970”) che sta a conferma della prima, consolidandone la veridicità, soprattutto se abbinata a una fotografia del quadro recante sul retro una dichiarazione a firma di Picasso che recita “Oui. Ce tableau est de moi. Picasso. 10, 2, 1970” (si noti la stessa data presente sul quadro e sulla fotografia). Se poi si avesse ancora qualche dubbio, magari ventilando che anche questa fotografia possa essere artefatta, esiste il documento di un notaio che in data 11 febbraio 1970 (quindi il giorno successivo a quello dell’apposizione della firma sulla foto), nell’ambito di un evento alla “Galerie Cézanne” di Cannes, frequentata da Picasso, e raccontato dai giornali dell’epoca, dichiara: “J’atteste que le tableau qui se trouve reproduit sur cette photographie représentant une jeune femme tenant un enfant dans ses bras, au premiere plan une cruche en grès rouge, cruche qui figure sur plusieurs tableaux de cette époque A ETE SIGNE ET DATE DEUX FOIS A CANNES le 10 février 1970 par le Maitre: PABLO RUIZ PICASSO, qui par ailleurs a accepté de rédiger un certificat sur photographie”.
Detto ciò si dovrebbe stare tranquilli, perché i casi sono due: o tutto questo è frutto di una ingegnosa macchinazione ordita nel 1970 utilizzando un dipinto di stile picassiano abbinandovi una serie di dichiarazioni scritte fasulle (intrigo, anzi truffa, facilmente smascherabile dallo stesso Picasso che era ancora vivo e ben attivo - e residente proprio nei dintorni di Cannes!), oppure tutto quanto si è descritto e argomentato è vero e allora l’opera è di Picasso, indipendentemente da qualsiasi giudizio storico-critico-tecnico, perché ce lo dice lui stesso davanti a un notaio. Punto.
Scrive Giorgio Vasari nelle sue celebri Vite (1550) che Botticelli “In San Francesco di Montevarchi fece la tavola dell’altar maggiore…”. Siccome l’opera non è mai stata riconosciuta dagli studiosi tra i dipinti noti ed è tradizionalmente considerata perduta (non potendo dubitare di una fonte autorevole come quella dello storico aretino), si può ben immaginare la mia sorpresa e la mia emozione quando ho fatto la conoscenza con un dipinto, attualmente conservato in una collezione svizzera e inedito, raffigurante la Madonna col Bambino e un frate orante (tempera su tavola, cm 70 x 48) sul cui retro vi è una targhetta che riporta l’attribuzione a Sandro Botticelli e l’appartenenza alla collezione Bartolini di Firenze, con provenienza dalla chiesa dei Francescani di Montevarchi (Arezzo): una tale provenienza è cruciale perché confermata da una ricerca svolta nel 1995 nei documenti della chiesa di San Francesco di Montevarchi (chiamata Sant’Andrea a Cennano in San Lodovico), dove risulta che il quadro rimase nel luogo per cui era stato eseguito fino al XVII secolo, quando la famiglia Bartolini la rilevò in cambio di alcune donazioni.
Già basterebbe questo solido collegamento per credere di aver finalmente rintracciato il dipinto smarrito di Botticelli...
(l'articolo continua nella sezione "Blog" - con traduzione inglese)
Il testo integrale dello studio sul dipinto è ora pubblicato sulla rivista "Aboutartonline" (12 marzo 2023).
link:
https://www.aboutartonline.com/e-botticelli-lautore-della-vasariana-madonna-di-montevarchi-precisazioni-e-conferme/
(vedi anche il Giornale dell'Arte, 17 marzo 2023)
In un articolo pubblicato su "Aboutartonline" il 17 aprile 2022 Fabio Scaletti analizza in anteprima un inedito documento datato 28 novembre 1607 che attesta l'autografia caravaggesca della Maddalena addolorata di collezione privata, quadro esposto fino a ottobre 2022 a Noto, in Sicilia, alla mostra Miti, Eroine, Ribelli (catalogo a cura di P. Carofano, scheda n. 43 redatta da F. Scaletti), e fino a gennaio 2023 a Terni alla mostra Dramma e passione, da Caravaggio ad Artemisia Gentileschi (catalogo a cura di P. Carofano, scheda n. 12 di F. Scaletti).
Ecco il link dell'articolo:
https://www.aboutartonline.com/la-maddalena-addolorata-o-piangente-un-inedito-documento-ne-certifica-lattribuzione-a-caravaggio/
After the Slovenian and Slovak editions, the Italian edition (with English text opposite) of the monograph written by Fabio Scaletti on the great Michelangelo (Scripta Maneant, Bologna, 2021) has finally arrived in bookstores.
The volume completes the series of the three supreme masters of the Renaissance, after Leonardo (2019) and Raphael (2020).
500 years ago Michelangelo was working at the Risen Christ located in the church of Santa Maria sopra Minerva, Rome. He was already the man of the Doni Tondo, of the Vatican Pietà, of the Ceiling of the Sistine Chapel and of many other masterpieces; the man who would later make the Last Judgement and, between his various artworks, the frescoes of the Pauline Chapel and the completion of the Tomb of Julius II. It is the history of the Renaissance and the highest Art, the history of the unsurpassed XVI century.
“Michelangelo 500” aims to celebrate the Master and his Myth through his masterpieces, his less celebrated works and his interdisciplinary projects that have characterized the greatness of a supreme Artist, with exclusive images of the Sistine Chapel and detailed updatings on the life and entire artistic path of the greatest Artist of all time.
New exclusive photographic campaign © Scripta Maneant with images of the Sistine Chapel in 1: 1 scale.
Description of the volume
Size: 24 x 32,2 cm
Pages: 304
Images: 200 (in prevalenza a piena e doppia pagina)
Text: Italiano/Inglese
ISBN 978-88-95847-86-3
Hardcover with dust jacket printed in four-colors
Printed in four-colors process on 170 gr/mq matt coated paper
Endpapers not printed on Fedrigoni Acquerello Avorio 160 gr/mq
Euro 69
Nell'aprile del 2021 a Madrid, presso Ansorena, è stato messo all'asta per 1.500 euro (!) un Ecce Homo attribuito alla scuola del Ribera (cm 111 x 86, Madrid, collezione privata), ma subito ritirato perché da qualcuno intestato al Caravaggio, magari legandolo al quadro realizzato intorno al 1605 per Massimo Massimi.
Ribadito che, oggidì, l'ammissione nel catalogo del Merisi è un processo che non si può esaurire su base solamente iconografica e che non è consentito bruciare le tappe, salvo in caso di manifesta concordanza tra elementi stilistici, archivistici e scientifici (si pensi alla Maddalena in estasi rinvenuta nel 2014, che ora ritengo un originale), mi limito qui a rilevare che per spodestare l'Ecce Homo del museo di Palazzo Bianco a Genova (autenticato da gran parte della critica) dall'abbinamento con la commissione Massimi e con il relativo biglietto scritto dal Caravaggio occorrerebbe che l'esemplare madrileno fosse più grande (e non più piccolo, come è) dell'esemplare genovese (cm 128 x 103), a meno che l'eventuale restauro (auspicabile viste le condizioni del manufatto e da condurre in parallelo con gli esami radiografici e dei pigmenti) non dimostri che la tela già in asta sia stata sensibilmente ridotta, allontanandosi da quei centimetri 177 x 127 dell'Incoronazione di spine di Prato (Collezione Intesa Sanpaolo), il quadro a cui doveva essere appaiato nella raccolta Massimi il nuovo pezzo richiesto e le cui dimensioni l'artista si era detto pronto, all'incirca ovviamente, a replicare (a meno che non ci si spinga ad affermare che pure la stessa citata Incoronazione non sia quella Massimi...). In assenza di indagini diagnostiche e con i riferimenti documentari che partono solo dall'Ottocento - prima sono teorici, chiamando in causa ipoteticamente gli esemplari napoletani del Lezcano (1631) o del viceré Castrillo (1657) - l'attribuzione pare ottimistica, specialmente se data per sicura, imperniandosi unicamente su aspetti formali, che tra l'altro, accanto a confronti intriganti, comprendono punti deboli, al limite del dissuasivo, come la "fiammella" sui rami di spine: la quale o è un'aggiunta apocrifa o il dipinto non è del Merisi. Detto questo, il quadro è molto bello e di indubbia allure caravaggesca, sicché merita attenzione e studi.
Passando a un'altra opera, secondo alcuni, il "quadro con il ritratto del Farinaccio Criminalista dipinto in tela da testa di mano, si crede, di Michelang.o da Caravaggio” citato nell'inventario Giustiniani del 1638 sarebbe da identificare in una tela (cm 61 x 40,5 – tagliata ai lati) rinvenuta in una collezione privata (acquistata alla fine degli anni Novanta in Gran Bretagna). Le dimensioni collimano ma, prima di stabilirne l'autografia (la visione diretta e le analisi tecniche sono naturalmente cruciali al riguardo) credo sia prioritario verificare se il dipinto raffiguri davvero il giureconsulto in questione. Le due immagini che di lui ci sono state tramandate lasciano qualche dubbio, anche se le cose vanno meglio con il busto marmoreo attribuito al Bernini nel 2023 donato al Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo. In ogni caso, io sono dell'avviso che il Merisi abbia veramente eseguito il Ritratto di Prospero Farinacci (il "si crede" dell'inventario sarebbe allora da imputare a un surplus di prudenza), per cui questo ritrovamento è un fatto da valutare con la massima apertura.
Ricordo anche la Giuditta e Oloferne (Tolosa, collezione privata), forse il prototipo perduto della copia oggi a Palazzo Zevallos di Napoli (collezione Intesa Sanpaolo), rispetto alla quale presenta alla visione diretta una qualità indubbiamente superiore e propone un volto di Giuditta che appare più intenso e “vero” (ripreso da una donna del luogo), volto che tra l'altro, in una prima stesura, era indirizzato verso Oloferne. Alcuni aspetti, tra cui il fatto che entrambi i dipinti abbiano un medesimo supporto costituito da due tele simili cucite insieme alla stessa altezza, fa pensare che siano state realizzate contemporaneamente, con i due pittori operativi fianco a fianco, l’uno (l'autore dell’esemplare già del Banco di Napoli) intento a copiare l’altro (l'artefice dell’esemplare francese).
Ma vi sono anche l'Ecce Homo con soldato (Cittadella, collezione privata), candidato prototipo di un serie di pezzi con tale iconografia di presunta ideazione caravaggesca, il San Giacomo minore (collezione privata), anch'esso privo di agganci con le fonti, e soprattutto la già menzionata Maddalena in estasi (collezione privata, già Perugia, conti Pacelli), tela che, raccomandata da un sorprendentemente eloquente foglietto rinvenuto a tergo, ha all'improvviso rimescolato le carte dopo che lo storico esemplare ex Klain (oggi in raccolta romana) aveva convinto parte della critica (e un'altra, tra cui il sottoscritto, era quasi sul punto di esserne convinta), di essere il formidabile capolavoro del Merisi tanto a lungo ricercato. Ma il suddetto cartellino - che gli esami hanno dimostrato non essere un falso moderno - certifica, per chi conosce bene gli studi caravaggeschi, l'autenticità della tela a cui è stato accluso.
"Tra le pieghe di questo straordinario racconto costellato di capolavori divenuti capisaldi della storia dell'arte saremo guidati dall'autore nelle pagine di questo volume attraverso nuovi spunti di riflessione, confronti e spiegazioni che ci aiuteranno a comprendere definitivamente il genio di Raffaello, protagonista del Rinascimento e maestro senza tempo. Insieme alla capacità dell'autore di tradurre le sue conoscenze nel prezioso dono che riceviamo attraverso queste pagine, traspare anche la sua immensa passione, elemento tradizionalmente contagioso che contribuisce a rendere emozionante e indimenticabile l'esperienza della lettura di questo libro" (dalla prefazione dell'Editore).
Un libro dedicato al quinto centenario della morte del maestro, esaminando l'intera sua produzione pittorica.
Fabio Scaletti
Raphael 500
Scripta Maneant (Bologna)
testo in inglese,
pagine 304, ill. a colori
euro 69
The volume covers the story of Raphael through the reproduction of all the paintings, with insights related to architecture, studies and preparatory drawings and the new proposal of works today discussed and of new attribution.
This volume charts Raphael's history, from his formative years until his rise in central Italy and his triumph in Rome It celebrates the extraordinary talent of Raphael, 500 years after his death. This is the story of an unequaled master whose figure has suprassed that of other leading figures of the Renaissance. His talent grew with astonishing rapidity, starting with the years of training at the workshop of his father Giovanni Santi: in 1500, at only 17 years old, he was already defined 'magister'. The author leads us into the folds of the extraordinary story of Raphael, studded with masterpieces that have become cornerstones in the history of art, and helps us to understand his timeless talent through new comparisons and explanations. The deep knowledge and the profound passion of the author make reading the book exciting and unforgettable.
Dopo le traduzioni in diverse lingue europee (inglese, francese, spagnolo, olandese, Est Europa) non poteva mancare l'edizione cinese del libro "Leonardo 500".
Diversamente dalle altre edizioni, il volume, a parità di qualità e di pagine, ha un formato ridotto, più maneggevole (cm 23 x 16,5).
After the translations in several European languages(English, French, Dutch Spanish, Eastern Europe), the Chinese edition could not be missing.
Unlike the other editions, the volume, with the same quality and pages, has a smaller, more manageable size (23 x 16.5 cm).
Dai ritratti agli studi anatomici, dai progetti delle macchine agli affreschi per importanti committenze, dai Codici alle rappresentazioni di Gesù, della Madonna e dei Santi. Genio, artista, ingegnere, matematico, inventore, tutto questo era Leonardo da Vinci. Mai, come in questa personalità, sono riunite tutte queste competenze e qualità, riconosciute universalmente, sempre attuali. Il più conosciuto tra i protagonisti della cultura di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
Le sue opere, esposte in tutto il mondo, studiate e analizzate, sono ancora oggi foriere di scoperte e meraviglie, che alimentano il suo mito a distanza di cinquecento anni dalla sua morte.
Quest’opera, realizzata in grande formato, con numerose immagini a tutta pagina e a doppia pagina, l’eccelsa qualità delle immagini, la speciale carta appositamente scelta, rendono questo volume, che contiene anche un saggio del leonardista Martin Kemp, un monumento al genio universale.
Il volume viene tradotto in diverse lingue, per il momento sono state realizzate le edizioni in lingua inglese, francese, spagnola, russa, olandese, ceca, slovena, slovacca e cinese.
Si riporta di seguito la quarta di copertina in lingua inglese:
The volume represents an important tool for getting to know every aspect of Leonardo's work; his pictorial technique, his scientific and technological investigation, his study on anatomy, his Codices, and every suggestion produced by his genius.
All works and paintings are accompanied by descriptive and technical sheets. Besides, ample space has been given to images and details, to the updated report on his most controversial works, to those of recent critical acceptance, and to the masterpieces that have animated the international debate as The Encarnate Angel, the Salvator Mundi, and La Bella Principessa (Portrait of Bianca Sforza).
The narrative captions reveal the most curious aspects of the history of each painting. Thanks to the direct contribution of collectors and museums the photographic reproductions of paintings and works reflect the last restorations.
Editore: Scripta Maneant
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 1 gennaio 2019
Testo Inglese/Francese
Pagine: 304 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788895847450
Euro 69
Risultato di anni di lavoro, questo catalogo ragionato riunisce l'intera opera di uno dei più grandi nomi dell'arte universale, certo il pittore più rivoluzionario e oggi amato: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. In due specifiche sezioni sono ad uno ad uno esaminati e schedati dal punto storico-critico, documentario e scientifico i dipinti riconosciuti originali e tutti quelli di autografia dubbia, dibattuta e comunque non ancora condivisa, classificando i pareri della quasi totalità degli studiosi, italiani e stranieri, di ieri e di oggi. L'attenzione viene focalizzata sui casi più importanti e significativi ma si riferiscono anche le attribuzioni più datate o marginali e si dà spazio a quelle che hanno riempito le cronache dei giorni nostri, non dimenticando il tema delle eventuali repliche e censendo le copie antiche. Ciò consente di fare il punto della situazione sugli studi caravaggeschi mai come ora tanto vitali. La completezza del materiale raccolto e il particolare rigore della trattazione fanno del volume una sorta di autorevole "catalogo dei cataloghi" dell'oeuvre caravaggesca.
Caravaggio. Catalogue raisonné of original, attributed and debated paintings
Result of years of work, this Catalogue Raisonnée brings together the entire work of one of the greatest names of universal art, certainly the most revolutionary painter and now amato: Michelangelo Merisi called Caravaggio. In two specific sections are examined one by one and filed by historical-critical point, documentary and scientific paintings recognized original ones and those of dubious autograph, debated and however not yet known and shared, reporting and classifying the opinions of almost all Italian and foreign scholars, past and present. The attention is focused on the most important and significant cases but also older attributions or marginal and gives you room to those who filled the Chronicles of our times, not forgetting the issue of possible replicas and by surveying the ancient copies extant. All this allows you to take stock of the situation, so now more than ever vital studies caravaggeschi. The completeness of the collected material and the particular rigors of handling make this volume a sort of authoritative "catalogue of catalogues" of Caravaggio's oeuvre.
Catalogue raisonné de l'oeuvre du Caravage tenant compte des dernières études scientifiques permettant de distinguer les oeuvres autographes des oeuvres attribuées et controversées. Ce catalogue raisonné comprend un répertoire complet des répliques et des copies. Selon l'auteur, ce travail se veut une sorte de "catalogue des catalogues" de l'oeuvre caravagesque.
Bibliographie raisonné.
Très nombreuses illustrations couleur.
2 volumes reliés sous coffret, 280x240mm.
Euro 140