A due anni di distanza dalla pubblicazione (vedi Caravaggio Vero, a cura di C. Strinati, Reggio Emilia, 2014, p. 370) desidero precisare (in attesa di pubblicare un apposito articolo al riguardo) una notizia che avevo dato a proposito del Ritratto di gentiluomo (New York, collezione privata) assegnato al Caravaggio da alcuni studiosi su base stilistica. Nonostante a mio avviso l'opera sia ancora da mantenere tra quelle di autografia non certa, la voce inventariale là posta in evidenza andrebbe a corroborarla.
Infatti, nell’inventario dei beni situati nel palazzo madrileno di Juan Alfonso Enríquez de Cabrera, duca di Medina e Riosecco, IX Almirante di Castiglia, redatto dal pittore Antonio Arias il 7 agosto 1647 e depositato nell’Archivio Histórico de Protocolos di Madrid (Prot. 6.233, ff. 258-452) si legge al foglio 346, n. 574: “Un retrato con un cuello de mano del carabacho” (v. Burke e Cherry, Documents for the History of Collecting: Spanish Inventories 1, Collections of Paintings in Madrid 1601-1755, Los Angeles, 1997, p. 422; cfr. anche l’archivio digitale The Getty Provenance Index). Tenendo presente che “cuello” significa gorgiera, la voce inventariale, oltre che precisa, è significativa, dato che la descrizione di quello che, tradotto, diventa un “ritratto con gorgiera di mano del Caravaggio” si attaglia perfettamente alla nostra immagine. Ma ancora più interessante e decisivo è il diretto rimando alla autoría del Merisi, specie alla luce di un’altra voce d’inventario altrettanto puntuale ma purtroppo priva di riferimento all’autore del pezzo, quella relativa a un “ritratto di gentil’huomo con collare à lattuca” registrato nel 1644 a Roma presso Francesco Sannesio (Archivio Storico Capitolino, sez. 44, prot. 10; cfr. il database Archivio del Collezionismo Romano, n. 0161), erede dei beni di quel cardinale Giacomo Sannesio che come è noto aveva rilevato le due tavole fatte dal Caravaggio nel 1600 per la cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo e poi ritirate o rifiutate, tavole che compaiono nel citato inventario del de Cabrera, che difatti aveva acquistato una parte della quadreria dei Sannesio tra cui, evidentemente, anche il nostro ritratto.