Caravaggio: le ultime attribuzioni.

ritratto prospero farinacci, ecce homo con soldato, giuditta e oloferne, maddalena in estasi, quadri di caravaggio

Secondo alcuni storici dell’arte, tra cui G. Leone e W. Prohaska (v. “Artibus et Historiae”, n. 73, 2016, pp. 249-83), il "quadro con il ritratto del Farinaccio Criminalista dipinto in tela da testa di mano, si crede, di Michelang.o da Caravaggio” citato nell'inventario Giustiniani del 1638 sarebbe da identificare in una tela (cm 61 x 40,5 – tagliata ai lati) rinvenuta in una collezione privata (acquistata alla fine degli anni Novanta in Gran Bretagna).  Le dimensioni collimano ma, prima di stabilirne l'autografia  (la visione diretta e le analisi tecniche sono naturalmente cruciali al riguardo) credo sia prioritario verificare se il dipinto raffiguri davvero il giureconsulto in questione. Le due immagini che di lui ci sono state tramandate lasciano qualche dubbio. In ogni caso, io sono dell'avviso che il Merisi abbia veramente eseguito il Ritratto di Prospero Farinacci (il "si crede" dell'inventario sarebbe allora da imputare a un surplus di prudenza), per cui questo ritrovamento è un fatto da valutare con la massima apertura.

Il dipinto (quale è la sua storia passata non recente?) troverà spazio nel mio catalogo ragionato del Caravaggio di prossima uscita, nella parte destinata alle opere di autografia dibattuta. In quella parte saranno trattati (non ritenendoli chi scrive ancora adatti, per quanto più o meno interessanti, all'ingresso nella sezione degli originali, a oggi 78) anche i quadri che sono stati attribuiti al grande artista da uno e più studiosi successivamente alla rassegna che ho compilato nel 2014 (si veda Caravaggio Vero, a cura di C. Strinati, Reggio Emilia, 2014, pp. 339-89).

In primo luogo la Giuditta e Oloferne (Tolosa, collezione privata), forse il prototipo perduto della copia oggi a Palazzo Zevallos di Napoli (collezione Intesa Sanpaolo), rispetto alla quale presenta alla visione diretta una qualità indubbiamente superiore e propone un volto di Giuditta che appare più intenso e “vero” (ripreso da una donna del luogo), volto che tra l'altro, in una prima stesura, era indirizzato verso Oloferne. Alcuni aspetti, tra cui il fatto che entrambi i dipinti abbiano un medesimo supporto costituito da due tele simili cucite insieme alla stessa altezza, fa pensare che siano state realizzate contemporaneamente, con i due pittori operativi fianco a fianco, l’uno (l'autore dell’esemplare già del Banco di Napoli) intento a copiare l’altro (l'artefice dell’esemplare francese). 

Ma vi sono anche l'Ecce Homo con soldato (Cittadella, collezione privata), candidato prototipo di un serie di pezzi con tale iconografia di presunta ideazione caravaggesca, il San Giacomo minore (collezione privata), anch'esso privo di agganci con le fonti, e soprattutto la Maddalena in estasi (Olanda, collezione privata), tela che, raccomandata da un sorprendentemente eloquente foglietto rinvenuto a tergo, ha all'improvviso rimescolato le carte dopo che lo storico esemplare ex Klain (oggi in raccolta romana) aveva convinto parte della critica (e un'altra, tra cui il sottoscritto, era quasi sul punto di esserne convinta), di essere il formidabile capolavoro del Merisi tanto a lungo ricercato.