E' stata in mostra fino all'8 gennaio al Museo della Santa Casa di Loreto la Maddalena in estasi "Ravanas", rispuntata sul mercato il 13 novembre 2015 dopo una trentina di anni di silenzio. Il quadro (olio su tela, cm 112,5 x 88,5), venduto all'asta Artcurial di Parigi per oltre 70 mila euro, era fin dal Seicento ad Aix-en-Provence, prima in collezione Borrilly e poi, nell'Ottocento, di proprietà Ravanas, finendo in seguito a Saint-Rémy-de-Provence (nel 1987 è passato in una nuova raccolta provenzale). Va peraltro detto che Gianni Papi, in una recente pubblicazione (Caravaggio. La Crocifissione di sant’Andrea Back-Vega, Milano, 2016, p. 27), non è convinto che si tratti dello stesso quadro (“alcune varianti nei panneggi e nei capelli, nonché un aspetto generale molto più crudo e meccanico, mi farebbero credere a un’altra redazione pressoché identica”).
A ogni modo, il dipinto, di mano del fiammingo Louis Finson, è una delle tante copie di un originale del Caravaggio oggi ritenuto perduto da una parte della critica ma da molti studiosi identificato in un dipinto di collezione privata romana (un tempo nella raccolta Klain di Napoli) oppure in un esemplare rinvenuto nel 2014 in una collezione olandese. A mio avviso, per quanto attualmente nessun esemplare della Maddalena in estasi figuri nel mio catalogo delle opere certe del Caravaggio (2008 e 2014), non si può escludere che il Nostro abbia realizzato due redazioni con quella bellissima iconografia (differenti solo per l'assenza o la presenza del teschio), una nel 1606 nei feudi laziali dei Colonna (quella ex Klain, che infatti avrebbe una provenienza Colonna), e una a Napoli nel 1610, destinata a Scipione Borghese (quella trovata in Olanda, come testimonia un cartellino sul retro della tela).